PERCORSO CILLARO-BALIO
da: Moio della Civitella (loc. Retara) a: Laurino (loc. Vesalo)
20 Km
Si parte dal Giardino Botanico dell’Appennino meridionale di Moio della Civitella e si segue la strada forestale che costeggia la cerreta del bosco Tizzone. Sul lato destro, il rigoglioso bosco di castagno, che ricopre la collina della Civitella, antico avamposto militare Greco-Romano, oggi importante sito archeologico del Frurion. Il giardino botanico, il Frurion e la cerreta meritano una breve deviazione per chi ha interesse ad approfondire alcuni degli aspetti della storia naturale e culturale di questo luogo.
Si prosegue verso la Diga Carmine, un invaso artificiale racchiuso tra due piccole colline ricoperte di una verdeggiante macchia mediterranea. In prossimità della diga si lascia la strada sterrata e si prosegue per un breve tratto all’interno del bosco di cerri. Superato il limite della vegetazione si raggiunge il crinale e si arriva sulla strada forestale che prosegue lungo i pascoli di Cannalonga. Da qui si gode di una vista spettacolare di tutta la valle del Fiume Alento, fino all’orizzonte marino. Dopo aver goduto di questa impareggiabile vista, si prosegue lungo un tracciato che costeggia il bosco Tizzone prima e il bosco Montagna poi, per arrivare nei territori agroforestali di Campora. La vegetazione naturale domina il paesaggio collinare, ma lungo le pendici dei Monti Piano e Pianello, incise dal torrente Torno, è ancora possibile osservare i resti dello sforzo millenario di contadini legati indissolubilmente alla propria terra.
Si risale la vallata seguendo la strada asfaltata che porta all’area di sosta in prossimità del ponte sul Torno. Si riparte riprendendo la strada che ci porta alla prima deviazione, a poche centinaia di metri dall’area di sosta. La strada sterrata prosegue inerpicandosi tra castagneti e boschi misti di ontani, carpini e cerri, su pendenze che arrivano anche al 15%. In basso, il torrente rumoreggia tra il fitto della vegetazione.
Si continua a salire, mentre gli alberi di cerro e ontani si contendono il territorio. Alle pendici del Monte Falascosco (1.214 m s.l.m.) si lascia il torrente e si procede in direzione di Bosco di Vesalo. Un percorso tortuoso che ci porta nel fitto del bosco dove dominano gli alberi di cerro. A tratti, si incontrano castagni secolari, frutto del lavoro di contadini operosi che hanno aiutato questi alberi maestosi a prevalere sul resto della vegetazione.
Raggiunta quota 1.000 m, in prossimità di Tempa della Lanza, le pendenze diventano negative e si incomincia a scendere in direzione La Fratta. La strada forestale è ampia e senza asperità, e si muove nel fitto della vegetazione. Dopo circa un chilometro si raggiunge Capo la Fratta, il valico che collega i territori forestali di Campora con quelli di Laurino. Il paesaggio che si manifesta all’improvviso è tipicamente montano: alture che degradano sulla valle, radure delimitate da faggi maestosi, animali al pascolo. Ancora poche centinaia di metri e si raggiunge il punto tappa BALIO in località Vesalo.